La legge che regolamenta la materia e stabilisce i requisiti necessari per ottenere l’abitabilità è precisa: una cucina senza finestra, secondo la normativa, non è ammissibile. Anzi, per essere precisi, secondo le leggi vigenti nel nostro Paese nessuna stanza senza finestre è abitabile. Il fatto di avere un’adeguata illuminazione e aerazione naturale è la condizione essenziale stabilita dalle norme di ordine igienico sanitario, oltre che di sicurezza e di buon senso.
Quindi, nel caso si entri in possesso di una casa con la cucina senza finestre, quali sono le soluzioni possibili? Vediamolo insieme.
Controllare il progetto con la cucina cieca
Una cucina senza finestre, come abbiamo accennato, non risponde ai canoni che determinano l’abitabilità di una stanza. Del resto, se si considerano gli aspetti igienici e di sicurezza, è chiaro che in un ambiente dove si mescolano fumi, vapori, elettricità, gas, acqua e cibo è impensabile, oltre che pericoloso, non avere una sufficiente aerazione naturale della stanza.
Per questo motivo, quando si decide di ristrutturare casa riprogettando anche la disposizione degli ambienti, prima di cominciare ad abbattere e modificare la planimetria bisogna rivolgersi a un tecnico specializzato. Solo un professionista capace di disegnare un progetto secondo la normativa può trovare una soluzione praticabile e soprattutto a norma di legge. Questo tipo di interventi richiede, infatti, la presentazione in Comune di una documentazione dettagliata, con un progetto che rispetti i regolamenti edilizi vigenti. Non solo: a lavori terminati, questa modifica comporta la presentazione all’Ufficio del Catasto della nuova planimetria, che deve essere conforme con le variazioni apportate.
La normativa sulle cucine senza finestre
Per escludere categoricamente la possibilità che una cucina senza finestre sia conforme alla legge, basta controllare la legge vigente. L’art. 5 del DM 75 dice espressamente che in tutti i locali delle abitazioni, eccetto quelli destinati a servizi igienici, disimpegni, corridoi, vani-scala e ripostigli, la superficie finestrata apribile non deve essere inferiore a 1/8 della superficie del pavimento.
Risulta chiaro, quindi, che la normativa attualmente in vigore, non lascia spazio a libere interpretazioni: per essere dichiarata abitabile, ogni cucina deve disporre di una finestra apribile. Se la cucina è grande ce ne possono volere anche due. Discorso diverso se si tratta di una zona fornelli inserita all’interno di un’altra stanza, come nel caso di un angolo cottura cieco. In questo caso, l’importante è che quella che sembra una cucina senza finestre sia in realtà parte di un soggiorno, che sarà comunque finestrato secondo la normativa. Ovvero nel rispetto del rapporto di ⅛ di superficie calpestabile.
Soluzioni per la cucina senza finestra
Appare quindi chiaro che la migliore possibilità per uscire in maniera funzionale da una situazione di cucina senza finestra, è di abbattere la parete che divide la cucina cieca da un locale attiguo, utilizzabile come soggiorno. Prima, però, bisogna avere la certezza che la metratura sia sufficiente per ospitare il piccolo angolo cottura e che assicuri luce adeguata.
Anche in questo caso, prima di impegnarsi in lavori edili è bene verificare le eventuali restrizioni attuate da ogni singolo Comune. Perché non sempre è possibile realizzare un angolo cottura aperto sul soggiorno: per esempio, a Milano è necessario che la stanza sia di almeno 17 mq, nella gran parte delle città bastano 14 mq e in altre zone sono sufficienti anche solo 9 mq.
Se si vuole realizzare un angolo cottura cieco, cioè una piccola cucina priva di finestre, dobbiamo quindi inserirla in una stanza più ampia che soddisfi la normativa stabilita dal Comune di appartenenza.
In linea generale, queste sono le norme da rispettare:
- una superficie calpestabile minima (si fa riferimento alle norme locali);
- un’altezza minima utile (in genere 2,70 cm, con le dovute eccezioni);
- pavimenti impermeabili e lisci e soffitto traspirante;
- pareti in corrispondenza dei fuochi e del lavello lavabili, impermeabili e resistenti;
- aerazione naturale mediante finestra apribile di dimensioni pari a ⅛ della superficie calpestabile della stanza.
- non avere accesso diretto a un bagno, ma essere separata da due porte. Per lo smaltimento dei fumi di cottura serve il collegamento alla canna fumaria con relativa cappa aspirante. Se, però, in cucina opta per un moderno piano a induzione è sufficiente installare la cappa filtrante.
Come arredare una cucina senza finestra
Grazie alle soluzioni componibili della cucina Era di Febal Casa è possibile ottenere un piccolo angolo cottura ben attrezzato di tutti i comfort, anche se viene ricavato in una nicchia o in una piccola stanza.
Se si vuole arredare una zona cucina senza finestre nelle vicinanze bisogna prima di tutto puntare sulle tinte chiare. Sia nelle finiture opache che in quelle lucide, i colori neutri sono perfetti per riflettere e amplificare l’illuminazione naturale, rivestendo i mobili con eleganza. L’altra necessità è quella di fare fronte alla carenza di spazio.
La collezione di cucine Febal Casa offre diverse possibilità di comporre piccole cucine con soluzioni salvaspazio moderne. Una buona idea quando lo spazio è poco sta nello sfruttare la formula due in uno, anche in modi inaspettati. Per esempio, grazie alle moderne tecnologie, adesso è possibile integrare al top il piano a induzione. Questa variante permette, a piano di cottura spento, di utilizzare il top come un qualsiasi superficie di lavoro, resistente e pratica.
Per migliorare la funzionalità di una cucina cieca c’è anche la possibilità di progettare una dispensa che ottimizza lo spazio grazie alle versatili soluzioni ad angolo proposte dalla cucina moderna Ego. Le basi e le colonne possono accogliere capienti cestelli che, oltre a essere girevoli e scorrevoli, sono anche estraibili. Queste caratteristiche agevolano lo sfruttamento di tutto lo spazio a disposizione, in aggiunta alla comodità della visione completa di tutto quello che c’è all’interno del contenitore.